Quando menzioniamo il vecchio West americano, la maggior parte delle immagini più popolari che ci vengono in mente sono quelle di cowboy, cavalli, ladri di bestiame, uomini di legge, pistoleri fuorilegge, scontri a fuoco, ballerine, deserti, miniere, oro, praterie e montagne.

E mentre molte di queste immagini sono storicamente accurate, anche se sono state talvolta in parte distorte dai film di Hollywood, altre immagini sono state tuttavia più realtà che finzione, in questo affascinante periodo della storia americana.

Prendiamo qui di seguito, ad esempio, alcune tra le immagini che evocano il Vecchio West, ovvero saloons, poker, whisky e musica da piano.

Nel film siamo stati abituati a vedere solitamente un uomo legare il suo cavallo fuori, spalancare le porte a battente di un grande saloon addobbato in modo stravagante, avvicinarsi al bancone del bar ed ordinare un forte whisky.

Mentre qualcuno suonava un pianoforte nell’angolo, con le ballerine sexy che giravano intorno, il barista tirava fuori una bottiglia pulita di bourbon e riempiva un bicchierino che veniva rapidamente consumato.

L’uomo lanciava quindi una moneta d’oro, portava la sua bottiglia in uno dei tanti tavoli da gioco e veniva coinvolto in una partita di poker, che poteva terminare in alcuni casi in una sparatoria con corpi sparsi sul pavimento.

Fino a quando il vecchio West non divenne un po’ più sofisticato verso la fine del 1800, principalmente a causa della grande ricchezza creata da ferrovie, miniere e città del bestiame, la maggior parte dei saloons non erano grandi, non molto decorati, né erano tantomeno molto ordinati.

I pavimenti erano spesso ricoperti di segatura, che assorbiva qualsiasi cosa, dal succo di tabacco, birra e liquori, oltre a contenere altri odori spiacevoli associati ai saloons di quel periodo.

Allo stesso tempo, invece, mentre un pianoforte suonava musica tintinnante, era altrettanto comune vedere anche la presenza di una poltrona da barbiere nell’angolo del saloon.

I proprietari del saloon, fornendo anche servizi di barbiere, incoraggiavano così gli uomini che si definivano religiosi ad avere un aspetto rispettabile motivandoli a frequentare più spesso il loro saloon.

E se, dopo un taglio di capelli ed una rasatura, a questi uomini fosse capitato di ritrovarsi a bere qualcosa al bar, nessuno sarebbe stato in fondo più saggio.

Whisky, donne, musica e gioco d’azzardo erano elementi sempre presenti, caratterizzanti dei saloons del vecchio West, in questa parte dell’America.

Far cadere una o due monete sul bancone era un’altra scena popolare alla quale si assisteva, anche se le bevande nei saloons venivano spesso acquistate con polvere d’oro invece delle monete. Ciò permise ai baristi più furbi ed intraprendenti di rubare ai proprietari del locale usando varie tecniche per mantenere per sé un po’ di polvere d’oro.

Una di queste tecniche prevedeva l’uso della testa, per così dire, nel vero senso della parola.

Prima di iniziare il proprio turno, il barista senza scrupoli si strofinava del grasso nei capelli.

Dopo aver preso in pagamento la polvere d’oro, ne rimaneva sempre un po’ sulle proprie dita e sotto le unghie.

Il barista si strofinava a quel punto con disinvoltura la mano tra i capelli appiccicosi.

Più tardi si sarebbe letteralmente lavato l’oro dai capelli e, in tal modo, avrebbe integrato decisamente bene le sue misere entrate.

L’immagine di uomini seduti attorno ad un tavolo a giocare a poker è quasi il sinonimo della Vecchia Frontiera americana. Ma la maggior parte dei saloons del periodo, in particolare nei primi anni, erano relativamente piccoli ed avevano spazio soltanto per un paio di tavoli da gioco.

Contrariamente alla credenza popolare, fino ai primi anni del 1870, il Poker non era ancora il gioco più popolare del periodo, al quale raramente prima si giocava.

C’era in effetti un altro gioco di carte che era molto più popolare, benché quasi completamente scomparso dalla scena del gioco d’azzardo, del quale in effetti poche persone oggi ne abbiano mai sentito parlare. Faro era il nome del gioco e quelli che giocavano venivano chiamati punters.

Il gioco del Faro era giocato su di un tavolo e richiedeva attrezzature speciali che ne facilitavano il gioco.

Come tali, i rappresentanti di Faro guadagnarono i loro soldi viaggiando in giro per il West con le loro attrezzature da gioco d’azzardo, aprendo negozi dove potevano.

Questi rivenditori spesso affittavano uno spazio su un piano del locale ed in cambio davano una percentuale delle loro vincite al proprietario del saloon.

A differenza del gioco del poker, nel quale ogni persona che gioca faceva la sua puntata e vinceva o perdeva in base all’entità del proprio “investimento”, nel gioco del faro il gioco aveva bisogno diciamo di un finanziatore ed il rivenditore stesso scommetteva la sua fortuna esponendosi come “il banco”.

Si diceva che gli scommettitori che giocavano a Faro “stessero giocando contro la tigre” e, poiché questo gioco era abbastanza facile da giocare e (se giocato in modo onesto) forniva quasi le stesse probabilità sia ai croupier che ai giocatori, divenne estremamente popolare.

Ma siccome queste pari probabilità comportavano continui cali di denaro per i saloons, molti rivenditori iniziarono perciò a barare, ed il Faro presto cadde in discredito.

Un altro malinteso popolare del Vecchio West riguardava il whisky.

Come accennato in precedenza, i film hanno spesso ritratto baristi che tiravano fuori bottiglie pulite di ottimo bourbon da dietro il bancone.

Mentre era vero che quel buon bourbon era comunque sia disponibile in tutto il West, in determinati periodi ed in determinati luoghi, era pur sì altrettanto vero che il whisky spesso servito era davvero qualcosa di molto brutto.

Chiamato a volte “Succo di tarantola”, “Vernice per bara”, o “Zuppa di pesce sfuso”, gli intrugli venduti come whisky venivano spesso realizzati con alcool scadente a buon mercato diluito con acqua e con l’aggiunta di coloranti per farlo assomigliare il più possibile al whisky, con tutto ciò che era disponibile localmente: tra cui scarpe vecchie, tabacco, melassa o persino zucchero bruciato.

A questi pseudo whisky veniva spesso data forza extra aggiungendo peperoni rossi, od altri sapori intensi, come le teste di serpente, che contaminavano così il liquido.

Adesso riusciamo a comprendere cosa intendevano i cowboy, come rappresentato spesso nei film, quando chiedevano al barista: una bottiglia del loro “miglior whisky”.

Stavano chiedendo una bottiglia di whisky, vero, distillato maggiormente in qualche parte negli Stati Uniti orientali, come il bourbon del Kentucky.

Nel corso di numerosi anni, in centinaia di film western, Hollywood ha interpretato violenti scontri tra cowboy armati nei saloons.

Di solito, a seguito di una discussione su un gioco di carte, spesso tiravano fuori le pistole e, in pochi secondi, molti uomini giacevano morti sul pavimento del saloon o si trascinavano agonizzanti in strada per morire fuori dal locale.

Vi furono infatti molte sparatorie nei saloons che avvennero nella realtà e che costarono la vita a molti uomini, inclusi alcuni personaggi famosi del Vecchio West, tra cui “Wild Bill” Hickok, Morgan Earp e Warren Earp, solo per citarne velocemente alcuni.

Nonostante la realtà ci dimostra che le pistole spararono realmente nei saloons del Vecchio West, c’è un’altra realtà che raramente veniva rappresentata nei film.

Molte città western, pur non vietando apertamente le armi, richiedevano di consegnare all’arrivo le armi secondo la legge, che sarebbero state tenute dietro il bancone del saloon o, talvolta, in apposite stanze di hotel, fino a quando l’avventore non se ne dovesse andare.

Ma il requisito di controllare le armi non eliminò del tutto la violenza per l’uso delle armi, poiché molti uomini avevano semplicemente scelto di tenere nascoste sotto i loro vestiti altre armi.

Le leggi locali sulle armi in tutto il West, tuttavia, contribuirono a contenere il numero di sparatorie nei saloons, dove il whisky scorreva liberamente a fiumi e le accese discussioni sul gioco d’azzardo e sulle donne erano appunto all’ordine del giorno.

Quando parliamo della vita nel Vecchio West americano non possiamo però non menzionare anche il pianista del saloon, una vera istituzione americana vecchia forse quanto le famose diligenze.

I cappelli neri ed i cappelli bianchi mostravano una versione indoor delle sparatorie all’OK Corral, mentre il pianista continuava a suonare imperterrito con le sue classiche giarrettiere alle maniche, magari con un sigaro in bocca, cercando di riportare un po’ di ordine e trasmettere le cose più belle della vita.

La tradizione del pianista da saloon, che sopravvive ai giorni d’oggi come piano bar, non è mai stata così prospera come nei posti del lontano e selvaggio West: diventando così di vera ispirazione, tra un mix di intrattenimento e riconciliazione.

L’utilizzo consueto delle frasi come “Non sparare al pianista; sta facendo il meglio che può. Non ferire persone innocenti.” nacque nel selvaggio West americano, intorno al 1860 circa.

Durante il suo tour negli Stati Uniti del 1883, Oscar Wilde vide questo detto, scritto a lettere grandi, su di un cartello dentro un saloon di Leadville, in Colorado. A volte venne attribuito persino a Mark Twain, ma né Wilde né Twain né rivendicarono mai la paternità.

Uno dei generi musicali maggiormente suonato dai pianisti dei saloons del Vecchio West divenne il ragtime (talvolta scritto rag-time o rag time), caratterizzato da un ritmo binario sincopato.

Nato inizialmente come musica da ballo nei quartieri a luci rosse di alcune città americane, questo genere musicale di origine afroamericana, influenzò fortemente la musica popolare americana emergente alla fine del diciannovesimo secolo che fornì un grande impulso al successivo sviluppo del jazz.

Sebbene il termine ragtime sia giunto a connotare una particolare forma di musica per pianoforte associata maggiormente al compositore Scott Joplin, si applicava originariamente ad un più ampio miscuglio di musica e canzoni strumentali.

Il Ragtime emerse prevalentemente nel 1890 e prosperò per almeno due decenni, quando milioni di bianchi della classe media acquistarono sempre più spartiti, organetti e pianoforti.

Attraverso il suo immenso successo commerciale, il ragtime diede in parte vita all’industria musicale americana. Tramite le sue innovazioni ritmiche e melodiche, segnò la fine della dipendenza americana dalla musica dell’Europa occidentale.

Il Ragtime inaugurò così un nuovo stile di musica, che ritrovava e manteneva le tradizioni musicali afro-diasporiche.

Con la musica ragtime che impazzava nei saloons, il pianoforte divenne perciò così per lungo tempo un vero e proprio strumento sociale, a partire dal Vecchio West!

Venite a scoprire insieme a me
la vita della frontiera, in quei luoghi che contribuirono a suonare
la colonna sonora della selvaggia storia americana,
nel Grande West Americano!

Vi invito a seguirmi e ascoltarmi fino alla fine dei miei tanti racconti:
Attraverso lo storytelling delle mie molteplici esperienze!

– Maurizio –

#CastleDreamsGETAWAYS

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