Situato a Williston, nella zona al confine tra North Dakota e Montana, l’incredibile sito archeologico di Fort Union Trading Post National Historic Site protegge i resti di un’epoca unica della storia americana, che rivive ancora oggi nei suoi edifici ben ricostruiti.
Le tribù native delle Grandi Pianure, che da secoli avevano un sistema commerciale tradizionale, viaggiarono attraverso l’area della confluenza del Missouri River e dello Yellowstone River alla ricerca dei numerosi bisonti, cervi ed altri animali che fornissero loro la sussistenza.
Questa zona era tradizionalmente abitata prevalentemente dagli Assiniboine, ma ben presto anche altre tribù entrarono in contatto nell’area.
Gli Assiniboine, Blackfeet, Crow, Cree, Ojibway, Hidatsa e Mandan commerciavano pelli di bisonte, carne, mais, fagioli, zucca ed altri materiali che appartenevano al loro mondo rurale.
Quando gli euroamericani entrarono in questa loro zona, il commercio di curiose merci europee cominciò ad attirare il loro interesse.
Fu così che, per soddisfare questa crescente domanda, venne fondato nel 1828 il Fort Union Trading Post.
Non una postazione governativa o militare, ma bensì un’attività, costituita con lo scopo specifico di fare affari con gli indiani delle pianure.
L’interazione tra le tribù native ed i commercianti bianchi, durante le loro sessioni commerciali, assumeva una natura molto cerimoniale.
Condividere doni, fumare pipe tradizionali e scambiare discorsi, venivano tutti fatti seguendo le usanze tribali. I capi tribù ed i principali guerrieri negoziavano con i commercianti, per ottenere i migliori beni possibili per la loro gente del villaggio.
Pelli di bisonte, castoro ed altre pellicce venivano scambiate in cambio di pistole, pentole, perline, coltelli, coperte, stoffa ed altri oggetti che potessero avere un valore per le tribù.
Lo scambio di pelli di bisonte e pellicce con altre merci commerciali cementò così una relazione “complementare” tra i commercianti di pellicce e le tribù indiane, con sede proprio qui a Fort Union.
In ogni scambio commerciale di quel tempo, ogni cultura portava sostanzialmente qualcosa di valore all’altra.
I beni ricevuti dalle tribù consentirono loro di dominare il loro ambiente in un modo più efficace.
Mentre, allo stesso tempo, i commercianti bianchi furono in grado di arricchirsi, vendendo le pelli e le pellicce ad una popolazione in forte crescita nell’est della nazione e nei mercati in Europa.
Gli scambi tra i commercianti e le tribù, che erano all’inizio solo economici, divennero ben presto anche sociali.
Gli uomini bianchi dell’area iniziarono così con i matrimoni misti, l’adozione ed altresì anche con la loro partecipazione a diverse cerimonie tribali, in segno di condivisione.
Molti commercianti sposarono donne indiane, per compagnia, ma anche per rinforzare le loro transazioni commerciali con le tribù.
Fu così che, entro il 1850, molti discendenti del commercio di pellicce di seconda generazione erano di sangue “misto” (dal termine Métis, usato appunto dai commercianti francesi – che poi venne tradotto in italiano con la parola Meticcio).
In questi scambi commerciali, ognuna delle due culture pensava in realtà di essere superiore all’altra.
I commercianti, si sentivano a proprio agio nella loro tecnologia ovviamente superiore.
Gli indiani, allo stesso modo, pensavano che i bianchi apprezzassero troppo le pelli e le pellicce, e credevano di essere loro che, al posto dei bianchi, stessero ottenendo in modo facile il meglio dallo scambio.
Quello che succedeva a quel tempo, qui a Fort Union, esprimeva un’istantanea incredibile quanto altrettanto rara: il commercio di pellicce nell’alto Missouri rappresentava un’epoca in cui c’era un equilibrio armonico tra le due culture.
Almeno per quel tempo, i commercianti non cercarono di limitare lo stile di vita degli indiani nativi, né tantomeno di costringerli nelle riserve.
Essi cercavano invece di trarre maggior vantaggio da ciò che gli indiani stavano già facendo: produrre sempre più pelli di bisonte e pellicce di castoro che in loco venivano conciate per il proprio uso.
Questa che potrei definirvi come “un’istantanea felice” nell’alto Missouri durò circa 60 anni, più o meno dal ritorno della famosa Spedizione degli esploratori Lewis e Clark (che attraversò l’area nel 1806) fino alla fine della Guerra Civile nel 1865.
Nel 1808 John Jacob Astor fondò la American Fur Company, un’azienda internazionale dedita al commercio delle pellicce del West, con sede a St. Louis.
Il fiume Missouri era a quell’epoca una vera “autostrada dell’acqua” che collegava St. Louis, nello stato del Missouri, e Fort Union, nello stato del North Dakota, per una distanza di quasi ben 2.900 chilometri.
Le grandi barche a chiglia, un tempo usate come imbarcazioni principali, trasportavano merci commerciali verso Ovest, per riportare poi indietro pellicce verso Est.
Il problema principale fu però che una barca a chiglia impiegava circa più di sei mesi per percorrere la totale distanza, avanti e indietro, praticamente un’intera stagione nautica, con il conseguente aggravio di costi difficili da sostenere.
Fu così che, attribuita a Kenneth McKenzie, venne l’idea innovativa di utilizzare invece i battelli a vapore, per ridurre i costi e rifornire al meglio i Forti che erano presenti nel West.
Nel giugno 1832 lo Yellow Stone fu il primo battello a vapore a raggiungere così Fort Union!
Negli scambi commerciali tra i nativi ed i bianchi, nove pelli di bisonte equivalevano in cambio ad una pistola.
Al culmine del commercio di pelli di bisonte nel 1851, l’American Fur Company ricevette ben oltre 100.000 pelli e pellicce, che includevano bisonte, castoro, volpe, lontra ed altri animali.
I beni commerciali includevano invece coperte, stoffa, pentole, tazze, coltelli, perline ed altri oggetti utili alle tribù, che li resero sì dei partner attivi nel commercio di pellicce, ma allo stesso tempo rivoluzionarono la vita degli indiani, sia nel bene che ahimè nel male.
Capolinea della navigazione, per 39 anni, dal 1828 al 1867, Fort Union Trading Post fu perciò la più importante e la più grande stazione commerciale nell’alto Missouri, più a lungo di qualsiasi altro posto di frontiera!
Grazie agli scambi commerciali con le molte tribù dell’area, Fort Union Trading Post dominò letteralmente il commercio di pellicce in tutto il paese!
Purtroppo, l’equilibrio sereno tra le culture cambiò radicalmente quando un gran numero di bianchi iniziò poi a trasferirsi ad Ovest (prevalentemente durante il periodo della Guerra Civile), costringendo i commercianti a chiudere nel tempo gli affari con gli indiani, ed alla fine limitando le tribù native confinandole con la forza nelle riserve.
Aperto tutti i giorni, il Forte che noi vediamo oggi è una ricostruzione in scala reale, costruita sulle posizioni esatte delle strutture originali del sito.
Fort Union Trading Post National Historic Site rappresenta un’era unica e preziosa nella storia americana:
un periodo in cui due diverse civiltà trovarono un terreno comune di reciproco vantaggio, attraverso pacifici scambi commerciali e soprattutto l’accettazione tra la cultura degli indiani delle Pianure e la cultura dei bianchi.
Venite a scoprire insieme a me
Fort Union Trading Post National Historic Site, a Williston nello stato del North Dakota,
avamposto sul Missouri e bastione di pacifica convivenza,
nel Grande West Americano!
Vi invito a seguirmi e ascoltarmi fino alla fine dei miei tanti racconti:
Attraverso lo storytelling delle mie molteplici esperienze!
– Maurizio –
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