La marchiatura del bestiame è un’antica tradizione in tutto il West americano, ma le sue radici potrebbero persino sorprendervi.

Partiamo parlando prima un po’ di alcune attività nei ranch.

Ogni anno, la stagione del parto degli animali è una vera e propria prova del fuoco.

Moltissimi allevatori si trovano spesso a dover gestire un numero davvero elevato di vacche pronte a partorire quasi contemporaneamente, ed il compito di ciascuno di essi è quello di assicurarsi che venga fatto in modo sicuro ed efficiente.

Una cosa che probabilmente ogni rancher ricorda benissimo, è il suo primo “Branding”, che solitamente avviene alla fine del parto o comunque sia ogni volta che tutti i nuovi vitelli nascono nel ranch.

Il Branding è la pratica di “marchiare il bestiame”.

In effetti, la maggior parte del bestiame viene quasi sempre segnata in un modo o nell’altro.

Per esempio, ai maiali vengono apposte delle tacche numerate alle orecchie, per tenere traccia di chi sono le loro mamme ed a quale numero di cucciolata appartengono.

Anche i pastori di pecore e gli agricoltori usano le tacche per tenere traccia della loro mandria, ed anche gli allevatori di cavalli usano dei marchi per identificare i loro cavalli ed altresì la loro linea di sangue.

Il marchio del bestiame è stato praticato per migliaia di anni.

Infatti, secondo lo Smithsonian, un’antica tomba egizia riporta dei dipinti datati 2700 A.C. raffiguranti un bestiame raggruppato e marchiato: si dice che questa sia la prima testimonianza di marchio del bestiame.

Proprio come quello che è stato fatto circa 4700 anni fa, la marchiatura del bestiame inizia ancora oggi con il loro raggruppamento, conosciuto con il termine di “cattle round up”.

Una volta che tutte le mucche vengono portate all’interno del recinto, i vitelli vengono separati dalle mamme, che ricevono la loro dose di medicina (solitamente un liquido contro pidocchi, zecche, mosche ed altri insetti pungenti).

Il momento della marchiatura non riguarda però soltanto il “marchio” delle mucche. Ogni vitello riceve anche un esame di solidità, per controllare e vedere come camminano e se hanno problemi alle articolazioni.

I vitelli ricevono anche alcune iniezioni, per rafforzare il loro sistema immunitario contro le malattie, mosche ed altri parassiti, e ad alcuni vengono apposti dei nuovi marcatori sulle orecchie.

I maschi vengono solitamente castrati. In realtà, i loro testicoli oggi non vengono rimossi, ma si usa uno stretto elastico per interrompere la circolazione ed alla fine, con la perdita di afflusso di sangue, finiscono per avvizzire.

È dimostrato che la “fasciatura” riduce le possibilità di sanguinamento nei giovani vitelli, ed è meno stressante su di essi rispetto che un intervento chirurgico.

Il lato negativo è che una fascia potrebbe rompersi, e di conseguenza un testicolo potrebbe così restare fuori dalla procedura.

Ogni allevatore gestisce la propria mandria in modo diverso, ma la ragione principale per castrare i vitelli è sostanzialmente per calmare i loro umori ed i loro atteggiamenti.

I tori combatteranno, i tori si faranno male, ma una volta castrati vengono chiamati manzi … avendo così meno probabilità di ferirsi a vicenda, oppure di ferire i loro mandriani.

Un altro motivo è anche per cambiare il sapore della carne.

Rimuovendo i testicoli, cambia anche il profilo ormonale e questo di conseguenza cambia il sapore.

Dopo le iniezioni, i marcatori alle orecchie, e dopo anche la castrazione, è arrivato finalmente il momento di marchiare letteralmente il vitello!

Esistono due tipi di marchiatura del bestiame che sono in pratica.

Uno è il marchio con un ferro caldo (conosciuto come “hot iron branding”), prevalentemente il più utilizzato nei ranch del West americano, del quale vi parlerò tra poco.

L’altro è il marchio a congelamento (conosciuto invece come “freeze branding”).

Il freeze branding prevede l’uso di azoto liquido, o ghiaccio secco ed alcol, per raffreddare un ferro rovente a -200° Celsius, e premendo il ferro sulla pelle di un vitello per modificare la pigmentazione del follicolo pilifero.

Con questa procedura i peli cambiano il loro colore, diventando bianchi, o si rimuovono completamente.

La marchiatura a congelamento richiede l’utilizzo di un ferro in rame, e che tutte le zone dove debba essere apposto il marchio siano prima appositamente rasate.

Il freeze branding richiede dai 3 ai 10 minuti circa per ciascun animale, e costa circa 5 centesimi a capo.

Ma, anche considerando nella migliore delle ipotesi il tempo minimo di 3 minuti per vitello, si potrebbero così marcare solo circa 20 capi all’ora … il che allungherebbe di molto le attività di branding di quasi 8 ore (e questo senza contare il tempo necessario appunto per le vaccinazioni, le fasciature per le castrazioni, o anche il tempo necessario per smistare e preparare tutti gli animali).

Considerando anche che la marchiatura a congelamento non è permanente, e svanisce solitamente dopo 5 o 6 anni, questo spiega perché moltissimi allevatori scelgono di marchiare i loro capi con la procedura del ferro caldo!

Vogliono che le loro mucche e vitelli possano essere bene identificati, non importa perché e non importa quando.

La marchiatura col ferro rovente impiega generalmente circa 5 secondi per applicare un buon marchio su un vitello.

Premendolo sulla pelle, e dondolando il ferro avanti e indietro, si otterrà un marchio chiaro ed evidente.

Molti rancher utilizzano oggi dei ferri da marchiatura elettrici, che garantiscono loro che il ferro sia sempre alla temperatura corretta per produrre un buon marchio.

Una volta che tutto è finito, si passa al vitello successivo e si ripete di nuovo la procedura.

Spesso viene chiesto perché si effettua la marchiatura del bestiame, e la risposta più onesta è che al momento non esiste un altro modo permanente per contrassegnare e identificare meglio il bestiame.

E’ vero che solitamente ad ogni mucca vengono applicati anche dei marcatori alle orecchie, solitamente un set di due coordinato, ma sono tutt’altro che permanenti, ed un certo numero di mucche nei ranch spesso lo perde da una o entrambe le orecchie, e devono essere così rimpiazzati.

Sono disponibili anche tag RFID passivi, ma anch’essi non sono nemmeno permanenti.

L’unico vero modo per tenere traccia del bestiame è quindi con la marchiatura, a caldo o a congelamento.

Questo non solo aiuta ad identificare la propria mandria, ma traccia anche il bestiame lungo la catena alimentare, aggiungendo responsabilità e tracciabilità ad ogni animale che lascia il ranch.

Ogni giorno si lascia fuori nei grandi spazi aperti la mandria, che rappresenta la risorsa più grande ed importante del ranch.

Chi sa quindi cosa le potrebbe accadere.

Le mucche potrebbero uscire, o confondersi con un’altra mandria, e se i rancher non marchiassero il loro bestiame, potrebbero poi non recuperarle tutte.

Guardando invece il lato più sinistro delle cose, il furto del bestiame è ancora una delle principali preoccupazioni per gli allevatori negli Stati Uniti.

Se non venisse apposto il proprio marchio distintivo, un allevatore potrebbe avere una o più mucche della propria mandria vendute a qualcun altro, senza magari nemmeno sapere che il suo bestiame era sparito.

Le centinaia di migliaia di bovini persi o rubati ogni anno, in tutta la nazione, rappresentano milioni di dollari di mancati guadagni, tempi e costi di sostituzione.

Lo stesso stato del Wyoming impiega ancora oggi ispettori dei marchi e detective, per indagare e perseguire i ladri di bestiame.

Di una mucca o un vitello senza marchiatura, è quasi impossibile provarne la proprietà.

Se gli allevatori vogliono quindi proteggere il loro prezioso “investimento”, è meglio che abbiano un valido modo per dimostrare che faccia parte del loro ranch.

I vitelli sentono la marchiatura, alcuni saltano, alcuni piangono, altri si siedono lì e aspettano che finisca … Ma state tranquilli che, in pochi minuti, sono di nuovo attivi e scattanti.

Gli allevatori nei ranch non dimenticano mai di proteggere sia la salute che il benessere dei loro animali!

Venite a scoprire insieme a me
l’antica tradizione della marchiatura del bestiame,
nei ranch del Grande West Americano!

Vi invito a seguirmi e ascoltarmi fino alla fine dei miei tanti racconti:

Attraverso lo storytelling delle mie molteplici esperienze!

– Maurizio –

#CastleDreamsGETAWAYS

#BEbyMaurizioDiBella

Una caratteristica mucca “Longhorn”

La presa del bovino con il lazo

Un vitello con le “tag” alle orecchie

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