La Pietra di Bismantova è un meraviglioso massiccio solitario in provincia di Reggio Emilia che, dall’altezza dei suoi 1.047 metri e con la sua forma insolita che ricorda come fosse un’enorme nave, costituisce il monumento geologico per eccellenza dell’Appennino Reggiano.
Dalla cima della Bismantova potete poi vedere il vicino paese di Castelnovo ne ‘Monti, come se fosse posto in piccolo sul palmo della vostra mano.
Soprattutto in estate questo è il luogo ideale per fare un’escursione avventurosa.
Partendo dal parcheggio, si può camminare fino alla cima della montagna in circa 40 minuti e ci vuole poi circa un’ora per camminarci tutto intorno.
Per visitare completamente Pietra di Bismantova direi di prevedere che sono necessarie circa almeno 2 ore in totale, considerando anche che l’ultima parte finale del percorso di salita è quella che si presenta più ardua.
Ma, credetemi, la cima del monte vale l’esperienza con le splendide viste che vi offre all’arrivo!
Ed alla discesa, dopo questa esperienza impegnativa, potreste magari fermarvi nel piccolo ristorante posto nelle vicinanze.
Ma, qual è la storia che si cela dietro alla Pietra di Bismantova?
La sua formazione risale al Miocene medio inferiore, circa 15 milioni di anni fa.
Questa calcarenite poggiante su una base di marna argillosa si è formata in un ambiente marino poco profondo in una fase di clima tropicale, come è evidente dal contenuto paleontologico trovato: conchiglie di molluschi, alghe calcaree, spugne fossili e denti di pesce, soprattutto di squali.
Anche la superficie del campo è coperta, sporadicamente si ritrovano frammenti di ceramica che dimostrano l’antica occupazione della zona; occasionalmente si possono trovare anche prodotti realizzati in selce lavorata (punte di frecce, lame, schegge) che dimostrano come la Pietra di Bismantova fosse visitata anche in epoca preistorica.
La caratteristica forma della Pietra è ciò che resta di una piastra arenacea molto più estesa, in parte demolita a causa di fratture e modellata dall’erosione nel corso dei millenni. Ciò è attestato dagli enormi blocchi di oltre 100 mt che si sono staccati e giacciono, in parte, alla base delle pareti verticali. La maggior parte di queste rocce sono scese lungo i pendii sottostanti verso la Valle del Secchia.
La Pietra di Bismantova ha così ispirato per secoli scrittori e fantasisti, poeti e musicisti.
La vecchia montagna piatta venne spesso definita come un “altare ciclopico, esteso verso il cielo”.
Parlando di cielo, fu proprio Dante il primo autore ad usare “Bismantova” come toponimo italiano (nel IV Canto del suo “Purgatorio”), quando egli raccontò la difficile ascesa sulla collina ultraterrena dove sono temporaneamente custodite le anime in attesa di raggiungere il Cielo:
“Si sale a Sanleo e si scende a Noli, / E monta la cima di Bismantova, / Solo con i piedi; ma qui bisogna volare.”
Ecco come Benvenuto da Imola, uno dei primi a commentare “La Divina Commedia”, spiegò questi versetti:
“Bismantova, come la collina del Purgatorio, raggiunge il cielo. È estremamente robusta, sicura dai nemici, fatta di roccia viva ed accessibile solo da un’unica strada circolare, molto stretta.”
Altri commenti riportarono poi quanto segue …
“Ogni sorta di bene si incontra salendo sulla collina del Purgatorio: e quando un’anima ha raggiunto la cima, guardando in basso si intravede l’inferno, proprio come guardando dall’alto della Bismantova.”
“Il messaggio di Dante è che l’uomo può raggiungere la cima della collina da solo, anche se con uno sforzo fisico eccezionale (“solo con i piedi”); ma sulla collina del Purgatorio deve volare (“bisogna volare”): poiché gli uomini non hanno ali come angeli, Dante sta dicendo che possono creare le loro ali leggere e veloci con piume di volontà dedicata e ferma, seguendo Virgilio – la sua guida e speranza – come lui.”
Vero monumento naturale, la Pietra di Bismantova è pertanto anche una montagna di similitudini e metafore, un simbolo sacro conosciuto dall’uomo della preistoria, menzionato nella Divina Commedia, usato come difesa naturale da varie persone e fazioni … ed una vera soddisfazione da scalare!
Oggi è una destinazione ideale sia per l’alpinismo che per l’arrampicata sportiva. Fa parte del territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Offre agli escursionisti paesaggi meravigliosi, e si consiglia di visitarlo in diverse stagioni per scoprirne il suo fascino magico tutto l’anno.
Non diversamente dalla stupenda Devils Tower (la “torre del diavolo”), formatasi in modo simile in Wyoming, la Pietra di Bismantova è stata da sempre associata ad uno spirito quasi soprannaturale.
Quando io ho scalato proprio questo monte, risalendovi in solitario, ricordo bene che quel giorno ho provato insieme diverse sensazioni.
Ho ripensato proprio in quei momenti anche ad una famiglia (T.), che abita non molto lontano da lì, a meno di 30 km, ed alla quale nonostante tutto mi sento ancora fortemente legato nel cuore, e mi manca.
Risalire la Pietra di Bismantova ha significato per me fare un percorso naturale che mi ha donato nuovi stimoli e mi fatto riappropriare di un momento molto sereno, per entrare in contatto con la mia parte interiore, per fare i conti con la mia storia, le mie forze d’animo, e la mia determinazione per conquistare i miei tanti nuovi obiettivi da raggiungere, di lavoro e di vita.
Venite a scoprire insieme a me
la spiritualità e la coinvolgente bellezza dell’Appennino Reggiano,
che ritrovate alla Pietra di Bismantova!
Vi invito a seguirmi e ascoltarmi fino alla fine dei miei tanti racconti:
Attraverso lo storytelling delle mie molteplici esperienze!
– Maurizio –
#PortraitsOfITALY
#BEbyMaurizioDiBella
Vista dalle colline Reggiane
Vista dell’Appennino Reggiano
Vista dalla cima di Bismantova
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Pietra di Bismantova – volo con il drone