Nonostante le lotte per difendere le proprie diversità sessuali abbiano fatto passi da gigante negli ultimi 150 anni (e tanti molti altri ne debbano ancora purtroppo affrontare),
ai tempi del Vecchio West essere un gay o una lesbica era una realtà comune, ma di certo significava vivere già allora una vita con grandi rischi aggiuntivi in un’epoca che di per sé era davvero molto “selvaggia”.
Supportato anche dalla New York Society for the Suppression of Vice (un’istituzione dedicata alla supervisione della moralità pubblica, con il compito di monitorare il rispetto delle leggi statali ed aiutare ad assicurare i trasgressori alla giustizia), il 3 marzo 1873, il Congresso degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Grant approvò ed emanò una nuova legge, in seguito comunemente nota come il “Comstock Act”.
Lo statuto di questi atti federali rese illegale l’invio per posta di pubblicazioni che fossero diciamo oscene, lascive, immorali o indecenti, rendendo così anche un reato per chiunque vendere, regalare o possedere un libro, un opuscolo, un’immagine, un disegno o una pubblicità che potessero essere definiti osceni.
Comprendete perciò bene come per le coppie dello stesso sesso potesse essere davvero “coraggioso” il fatto di farsi persino fotografare insieme.
Certamente, la gente non andava in giro pubblicizzando apertamente a tutti gli altri la propria identità sessuale.
Le autorità governative non erano né istruite né tantomeno pronte a promuovere l’amore tra persone dello stesso sesso, anzi, lottavano in realtà con diversi modi per osteggiarlo il più possibile.
Mentre se tra le donne le amicizie intense, e talvolta romantiche, venivano spesso ritenute persino socialmente accettabili, fu sostanzialmente la popolazione maschile che, durante il Wild West, venne maggiormente presa di mira sia dalle nuove leggi che dalla nuova radicata e dilagante omofobia.
La sostanziale mancanza di donne con cui avere rapporti nel pionieristico West fu un elemento fondamentale a quel tempo.
Durante la fine del 1800, la differenza numerica tra gli uomini e le donne nella regione era a dir poco drastica.
Considerate che il rapporto indicativo era di circa 10.000 uomini per sole 90 prostitute autorizzate (conosciute anche come le “Donne a luci rosse delle Montagne Rocciose”).
Trasferitisi ad Ovest spesso senza le loro compagne, in cerca di nuova fortuna economica (alla conquista di quello che io definirei fu il precursore del “Sogno Americano”), gli uomini condividevano tra loro non solo i doveri domestici, ma anche le attività sociali, fino ai balli di divertimento alla fine delle loro dure giornate.
Lavorando come taglialegna, minatori, allevatori e agricoltori, in luoghi molto remoti ed isolati, desolati e solitari, si trovarono senza altre scelte per cercare il “romanticismo”.
Condividere una cabin di legno con un altro uomo, e spesso persino lo stesso letto per l’impossibilità di poter sostenere le dovute spese per averne uno proprio esclusivo, veniva fatto senza vergogna.
L’introduzione del lavoro sessuale regolato nell’Old West alleviò in parte la solitudine di molti uomini, ma i pionieri che vivevano in zone estremamente rurali non avevano certamente questo che a quel tempo veniva considerato un lusso per pochi.
In quella società prevalentemente costituita da soli maschi, l’aumento di rapporti sessuali tra uomini, pur sempre costretti a farlo di nascosto dagli altri, fu pertanto una scelta di vita naturale.
Anche se, per ovvi motivi di loro tutela, gli uomini gay parlavano ben poco di ciò che è accadeva a porte chiuse, essi ritenevano con grande orgoglio che questo amore restituiva ad essi ben più di quanto potesse rappresentare il bacio per qualsiasi donna del tempo.
Un valore indescrivibile.
Verso la fine del 19° secolo, furono comunque molte anche le unioni femminili lesbiche, che sarebbero poi state comunemente riconosciute con il frequente termine nella nazione di “Boston Marriage”.
Veniva definita così la situazione in cui due donne, indipendenti dal punto di vista finanziario, sceglievano di convivere tra loro.
Pur senza fare riferimenti alle loro preferenze ed abitudini sessuali, i “matrimoni di Boston” venivano ritenuti apparentemente accettabili, purché però non se ne parlasse diciamo pubblicamente.
Anche questo denota come la strada verso il suffragio femminile, a favore dell’omosessualità, era decisamente ancora lunga e tortuosa da percorrere.
La consapevolezza di essere considerati da tutti gli altri “diversi”, rendeva comunque molto infelici.
In un’epoca quella così rude, mostrare pubblicamente a tutti la propria identità sessuale poteva essere imbarazzante.
Fu per quello che molte donne iniziarono così a vestirsi, o meglio a “travestirsi” da uomo, ed allo stesso tempo molti uomini al contrario lo fecero da donna.
Anche se, coloro che venivano riconosciuti a non indossare un abito appartenente al loro sesso di genere venivano banditi dall’apparire in pubblico così, tramite leggi che si dimostravano sempre più stringenti.
Dimostrare apertamente la propria omosessualità ai tempi del selvaggio West era di certo come una dichiarazione di guerra contro il sistema di allora.
Ma, dal mio punto di vista personale, ritengo tuttavia che è proprio grazie al vigoroso “coraggio” per l’outing di molte donne lesbiche dell’epoca (dimostratesi ben più aperte riguardo alle loro relazioni omosessuali rispetto agli uomini), se col tempo sono stati poi raggiunti importanti traguardi per tutelare l’espressione delle proprie libertà sessuali.
Un importante insegnamento, nell’era del vecchio West selvaggio, ce lo hanno dato comunque i nativi americani.
Non solo coloro che nella comunità si dimostravano omosessuali venivano da essi accettati, ma venivano persino onorati, per quello che erano e sono, per il loro valore … come Persone!
Evolvendosi, con la sempre più numerosa presenza di protagonisti omosessuali e relazioni lesbiche, il Cinema dei nostri tempi moderni ha decisamente contribuito nel tempo ad aiutare la comunità LGBT+ ad esprimere con sempre meno timore un vero amore che per me non può e non deve essere mai considerato vittima di discriminazione.
Per questo, io vi consiglio vivamente questo film che ho molto amato guardare:
“I Segreti di Brokeback Mountain”.
Vincitore di ben 3 Premi Oscar e 4 Golden Globes, in questo film il regista racconta l’amore segreto tra due cowboy, nel profondo Wyoming degli anni ’60.
Esprimendo anche il dolore relazionale dei personaggi gay interpretati con maestria in questo film, accompagnato da ambientazioni naturali a dir poco spettacolari, l’autore pone il pubblico in una vera esperienza empatica che ha la capacità di trasformare così molti atteggiamenti stereotipati sull’omosessualità.
Uno tra quei film che io considero un vero cult contro l’omotransfobia, che diventa di impatto sulla cultura americana, e non solo su quella.
Venite a scoprire insieme a me
la difficile ma così comune storia delle relazioni omosessuali,
durante l’era del Selvaggio West!
Vi invito a seguirmi e ascoltarmi fino alla fine dei miei tanti racconti:
Attraverso lo storytelling delle mie molteplici esperienze!
– Maurizio –
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